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  • chiriattigiovanni6

"Il nulla assoluto" - Riflessioni di una giovane donna sulla propria generazione.



Mi rivolgo a tutti coloro che leggeranno queste parole, mi rivolgo ai ragazzi, adulti e adolescenti, soprattutto ai bambini, a cui affidiamo nelle mani il nostro futuro, ai politici, agli insegnanti e ai genitori, artefici e autori dell’educazione dei più giovani, le mie parole vanno agli scrittori, ai lettori e agli artisti che credono in un posto e in una società migliore di quella che viviamo ogni giorno, parlo anche a chi non ha mai riposto un briciolo di speranza nella comunità e chi invece ha esaurito le sue forze e la tenacia per un mondo migliore, tanto da arrendersi e identificarsi con la generazione del nulla assoluto. L’espressione ‘’nulla assoluto’’ allude alla miseria, alla superficialità, ad un concetto che ognuno di noi crede di tenere distante dalla persona che pensiamo di essere, ma a cui ogni giorno sottostiamo, per il semplice motivo che far parte della generazione del ‘’nulla assoluto’’ risulta una via di fuga, vale a dire quella più semplice e priva di problemi che possano, anche solo per un’istante, mettere alla prova la resistenza e la coscienza dell’animo umano. Telegiornali, riviste, social networks ci informano in maniera continua ed estenuante sulla direzione verso cui si dirige il mondo intero, dal campo sanitario al campo sociale, da quello politico a quello territoriale, e a noi abitanti del mondo non resta che ascoltare e attendere: attendere forse dei giorni più felici, o probabilmente aspettare un periodo in cui la violenza e il potere non siano a capo della ragione, la stessa ragione che si è sgretolata sul cuore dei cari o delle stesse vittime di Covid-19, che ad oggi non possono più riaprire gli occhi, o viaggiare, o semplicemente amare con tutte le loro forze; l’insensibilità e la superbia nei confronti dei medici e degli infermieri, che hanno lottato, lottano e chissà per quanto ancora lotteranno, per sconfiggere un male che la società fa progredire sempre di più, a causa dell’ignoranza, dell’insolenza ma soprattutto della noncuranza, al contrario di chi invece ha perso il suo lavoro e ha sacrificato ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo della sua vita per portare a casa anche solo un pezzo di pane, per garantire la sopravvivenza della sua famiglia. ‘’Famiglia’’ è probabilmente l’unico concetto o forma di bene esistente che potrebbe, in un certo senso, tappezzare e disinfettare le ferite subite dal mondo, che tuttavia riescono a spezzare anche questo valore ​immenso mediante l’abuso di potere e la follia, che determina in maniera avvincente gli ideali, seppur pessimi, dell’umanità: parliamo dunque di giovani ragazzi, a cui è stata tolta la vita, la cui causa di quest’azione non è null’altro che il colore della pelle. Come tutto il resto della popolazione, potevano desiderare una famiglia, dei figli, o semplicemente prendersi cura di questi, tornare a casa dopo un’intensa giornata di lavoro e assaporare l’amore e la semplicità di una casa e di ciò che è stato costruito con duro lavoro e sacrificio, ma al contrario sono stati portati via dalla loro famiglia e dal loro nido, portando avanti i loro ultimi respiri, i loro ultimi attimi, biascicando ciò che è essenziale, ciò che è realmente alla base di un amore e di una vita, che è la mamma: una mamma che perde il contatto con la bellezza del mondo, e che eternamente sentirà un vuoto e una mancanza che no, non sarà possibile colmare.

Il vero problema dei nostri giorni è la paura di ciò che è ‘’diverso’’ e della consapevolezza di dover abbattere gli stessi schemi o regole, esistenti alla base di un principio fondato sull’insicurezza dell’essere umano, secondo il quale, ad esempio, l’amore esiste solo tra uomo e donna, considerando, dunque, un peccato accettare l’idea che anche due uomini o due donne possano amarsi: ed ecco che subentra, immancabilmente, il timore e la debolezza sottoforma di violenza e atti di bullismo, che, malgrado le continue evoluzioni nei giovani, continuano a manifestarsi tra adolescenti e bambini, nelle scuole e nei luoghi pubblici, in cui ci si dovrebbe divertire e ridere accompagnati da coetanei, invece di accettare l’idea di sacrificare la propria vita, solo perché non si è conformi allo stereotipo dettato dalla società, che regredisce e non progredisce, fa un passo avanti e due indietro.

Ciò che più demolisce ed uccide lentamente questo continuo e vano processo di modernizzazione ed evoluzione non sono i fatti in sé accaduti, perché il nostro smartphone riceve al giorno infinite notizie circa l’ignoranza già espressa precedentemente, di cui siamo esausti e nauseati, ma ciò che va temuto lungamente è l’indifferenza: abbiamo dedicato un minuto di silenzio per ogni vittima di tutti i mali che affollano il pianeta, ma a quanto pare la comunità ha scelto infiniti minuti di silenzio, sino ad arrivare all’impassibilità e al disinteresse, perché è proprio questo che ci ha insegnato il mondo: l’apatia.

A tutti i bambini, giovani e freschi di una vita appena nata, e a tutti coloro che credono nella generazione del futuro, a chi è stanco e a chi non sceglie il silenzio, sfruttate tutto ciò che avete a disposizione per cambiare la direzione già oltrepassata, distinguetevi e compiete rivoluzioni utili al bene, alla famiglia, all’amore, alla stabilità, al progresso e al mondo, ormai incline alla rovina, che tuttavia può rinascere.


di Marianna Castellana


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