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  • chiriattigiovanni6

A Babbo Natale piace la f*ga!



Huddon Sundbloom. Non vi dice niente? Tranquilli, ci penso io a schiarirvi le idee.

Sundbloom è l’illustratore che ha creato l’immagine amichevole, paffuta e vestita di rosso di Babbo Natale. Era il 1931. Il tutto accadde in seguito ad una richiesta da parte della Coca Cola che voleva creare una campagna pubblicitaria natalizia.

Non era la prima volta che Santa Claus veniva rappresentato in abito rosso ma fu la nota azienda a definire i connotati decisivi del personaggio, come lo conosciamo oggi.

Esatto: l’immagine odierna che noi abbiamo dell’amatissimo Papà Natale, è stata confezionata ad hoc da una delle multinazionali più potenti al mondo.

Ma facciamo un grande balzo in avanti (non intendo quello di Mao).

È il 2021 e sul web spopola uno spot creato dalle poste norvegesi per celebrare il 50esimo anniversario della depenalizzazione dell’omosessualità. Nella pubblicità si vede Babbo Natale innamorato di un uomo. L’opinione pubblica si spacca: da un lato esplode l’indignazione generale, dall’altro lato vediamo invece la felicità di molti che finalmente plaudono all’auspicata inclusione e alla rottura di barriere.

Che si sia d’accordo o meno, l’azienda ottiene ciò che vuole: tutti ne parlano.

Intanto le polemiche non si placano e gli scontri nemmeno. Si leggono commenti di ogni tipo, come per esempio: finalmente Babbo Natale si è rivelato!

Ma Babbo Natale, miei cari, non esiste.

Siete sorpresi, vero? Scusate per la crudezza che ho utilizzato nel darvi questa orribile notizia, ma qualcuno doveva pur dirvelo!

Si, perché per quanto possa sembrare banale, poi tanto banale non è.


Babbo Natale – come lo conosciamo oggi – non è altro che un personaggio che noi emotivamente associamo alla nostra infanzia: alle cene coi parenti, ai doni, al calore della famiglia e delle festività, alla voglia di “essere più buoni”. E se anche esistesse e fosse omosessuale, di certo questo non rappresenterebbe un problema. Voglio dire… quello che fa nella sua camera da letto in Lapponia, saranno pure affaracci suoi!

Ma è davvero necessario prendere un’icona mainstream di tale portata per metterla su di un piano sessuale o di sessualità? Sia chiaro, nello spot il nostro amico non finisce per copulare col suo amante sul tappeto di fronte al camino, al massimo i due si danno un affettuoso bacio che ha poco di erotico e molto di amore. Ma è necessario?

Da copywriter vi direi di si. Lo spot funziona, è fatto bene, provoca delle reazioni, fa parlare di sé. Perciò da pubblicitario vi dico che è una trovata geniale.

D’altro canto, se devo esprimere un parere personale, vi dico che no, non è necessario. Ma non perché ci sia qualcosa di male nell’omosessualità. Di fatto non c’è nulla di male nell’essere gay, lesbica, pansessuale, demisessuale, eterosessuale e qualsiasi altra cosa sia accompagnata da –sessuale; non si tratta di questo.

Ma si tratta del disgregare un’icona che, specialmente per i più piccoli, ha una grande importanza e ai bambini, mie care e miei cari, non frega e non deve fregare un c*zzo della sessualità.

Non è l’età in cui si preoccupano di questo. Ma è l’età in cui si sogna e si gioca con la fantasia.

L’epoca in cui stiamo vivendo è molto importante sotto molti aspetti. Sono contento e totalmente a favore dell’inclusione, della lotta contro il razzismo, dell’attenzione verso le minoranze. Ma talvolta mi spaventa: lo sfaldamento e il rovesciamento di molte icone culturali che fanno parte della nostra identità, stanno andando a farsi benedire e questo, non è un bene. Non che questo non sia mai accaduto, ma bisogna cercare di farlo nel miglior modo possibile.

Il fatto che molti si siano inalberati per tale questione è dovuta sicuramente al fatto che si è andato ad intaccare un nervo sensibile che urta direttamente quella zona di confort accogliente che ognuno di noi ha e che è legata ai primi ricordi e al candore dell’innocenza infantile. E il fatto che sia stato fatto sul web – accessibile a tutti e a tutte le fasce d’età – e sulla televisione – strumento che anche i più piccoli utilizzano – non aiuta.

Giocare goliardicamente con “cose” culturali radicate e tradizionali non è cosa nuova, ma farlo su apparati che ricoprono così larghe fasce di utenti, è gioco “pericoloso”. Perché se stravolgiamo un canone innocuo per puro divertimento in una sede di nicchia, nella nicchia resta, ma se lo facciamo sui grandi palinsesti si rischia di colpire in larga scala un pensiero collettivo.

Quanti di noi, sicuramente non religiosi, sono affezionati ad eventi di fede (il Natale, la Pasqua, ma anche una ricorrenza del nostro paese o della nostra città: una festa patronale, una processione), seppur non condividano gli aspetti spirituali? Se tali cose sparissero o venissero totalmente stravolte facendo perdere loro il valore effettivo ed affettivo, quanti ne soffrirebbero? Finché si è adulti e si ha altro a cui pensare, poco ci importa; ma quando invece ci ritroviamo ad avere figli, cuginetti o fratellini e sorelline più piccole? Non vorremmo far rivivere a loro, ciò che noi abbiamo vissuto, prima che diventassimo una comunità globale perennemente connessa dove molte cose, tra cui le emozioni, spesso diventano un prodotto “usa e getta”?


Sono rimasto particolarmente colpito e divertito da alcuni utenti social che nei commenti litigavano in maniera accesa perché si trovavano in disaccordo sul fatto che Babbo Natale fosse il compagno storico della Befana o chi invece, professava l’eterna “singletudine” del portatore di doni (non c’è mai stata un chiarimento su tale questione neanche dal portavoce ufficiale di Santa Claus!). Pensate un po’! Adulti che litigano per questo! Ma litigano per difendere quel profondo bambino che vive ancora in noi e che giocava con la fantasia cercando delle risposte alle proprie innocenti domande.


Infine c’è il settore marketing. Pensate che alle grande aziende importino tali questioni? Se hai risposto NO a questa domanda, hai vinto!

Esatto: alle aziende non frega una beneamata mazza di tutto questo. A loro interessa soltanto una cosa: che funzioni e che il loro prodotto o il loro servizio, venga commercializzato il più possibile.

E allora ecco che ritroviamo negli spot degli assorbenti, gruppi di donne forti e unite; pagine IG famose che parlano di femminismo in maniera scarna per commercializzare prodotti e aumentare le utenze; spot con Babbo Natale gay e via dicendo! E pensate un po’: FUNZIONA!

Carpiscono perfettamente il clima che si è venuto a creare. E vi dirò di più! Non solo sono perfettamente centrate queste pubblicità, al sentore odierno, ma lo pilotano pure! Esattamente come la Coca Cola nel 1931 ha pilotato l’immagine di Babbo Natale incastrandola perfettamente al valore delle festività e del clima degli USA del tempo, e lo ha fatto talmente bene che perdura ancora oggi.

E la cosa che mi diverte da matti e per cui ho scelto di studiare l’ADV è proprio questo: che fai credere alla gente che le sue idee, siano le sue idee e intanto? Ci guadagni pure! Non trovate che sia fantastico il mondo del libero mercato!?


La verità è che il mercato è più forte dell’ideale. Il commercio riesce a commercializzare gli ideali talmente bene, da farti credere che stai seguendo la linea giusta. Riesce a “confezionarli” in maniera così meticolosa, che leggendo queste parole, mi starai odiando e starai pensando che io dica solo st*onzate! Vero? E se ti dicessi: bella quella shopping bag che hai comprato l’ultima volta che sei stata da Tiger! È così carina, tutta arcobaleno! Chissà perché l’hai scelta tra tutte le altre di varie cromature! Forse volevi sentirti parte di qualcosa? O volevi far vedere che appoggi una determinata questione?

Ops!


Questo Natale credo che metterò in pausa sul mio Spotify la playlist dei Mayhem e sorriderò guardando la mia dolce nonnina che a mezzanotte poserà il bambin Gesù sulla sua culla di paglia e sarò contento. Sarò contento perché lo sarà lei, perché lo sarà la mia famiglia, perché pur non andando in chiesa da così tanto tempo che non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta, prenderò parte alle festività Natalizie. Guarderò il mio cuginetto eccitato mentre aprirà i doni che Babbo Natale gli ha portato e gli dirò: hai visto? Ti ha portato tutto quello che desideravi! Ha letto la tua lettera! Mentre io nei meandri della mia mente, immaginerò Hugh Hefner col copricapo rosso e la palla bianca in cima, con la pipa in bocca, mentre apre un pacco gigante e salta fuori Sandra Nilsson (playmate 2008 – anno in cui comprai il mio primo Playboy), con le pere al vento, mentre canta Jingle Bells. Si, perché nella mia mente liberale che ama tutti indistintamente, Babbo Natale è Hugh Hefner e ama la gnocca.


il Direttore: Giovanni Chiriatti

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