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  • chiriattigiovanni6

Addio Virgil Abloh


“Virgil Abloh, nato il 30 settembre 1980, è stato un designer, architetto, ingegnere, dj, imprenditore

statunitense e direttore artistico di Louis Vuitton.”

Ok, ma Virgil in realtà è stato altro, tanto altro. Per tanto altro intendiamo tutto ciò che può ricordarci un

concetto fondamentale: l’arte non potrà mai avere una definizione. Perché l’arte è tutto e niente. Arte non

è solo ciò che facciamo, diciamo, pensiamo, osserviamo, siamo o chi vogliamo essere. Arte è tutto e... “tanto altro”. Come Virgil, appunto.


Nato da una famiglia di origini ghanesi, Virgil studia ingegneria civile nel Wisconsin, dove conosce colui che diventerà un’altra icona della nostra generazione, Kanye West, con il quale Abloh stringerà un rapporto di grande amicizia e collaborazione artistica praticamente per due decenni. E’ stato proprio il rapper di Atlanta ad ispirarlo. Come riportato nel libro “Abloh-ism”, una raccolta delle migliori citazioni dell’artista defunto prematuramente a causa di una rara forma di cancro (angiosarcoma), Virgil disse: “Kanye è il mio mentore: credo sia il mentore di una generazione. Prima di incontrarlo non ero nemmeno interessato ad essere creativo. Pensavo che avrei fatto qualche lavoro normale.” Quindi in coro ti diciamo, in tono ironico ma neanche tanto: “Grazie Kanye!” da parte nostra. Sì, perché a volte nella vita per diventare qualcuno e creare qualcosa abbiamo bisogno di ispirazioni, esperienze, conoscenze che possano cambiarci la vita, farci rendere conto che dentro possiamo essere infinite volte più grandi di quello che siamo fuori. Che abbiamo qualcosa da dire, qualcosa da poter lasciare in eredità. Virgil Abloh ha lasciato tanto a questa generazione che alle prossime. Una sorta di Andy Warhol dei nostri tempi, un tutto e niente, un “tanto altro”.


Virgil, cresciuto nel pieno degli anni novanta, ha sempre nutrito interesse per la moda, l’hip hop, lo skateboarding, la musica, il cinema, l’Arte, appunto: quella con la a maiuscola. Può essere considerato personaggio “pubblico” per la sua capacità di influenzare le nuove generazioni con una moda “cross- culturale”, una moda cioè che abbia l’ambizione ed il coraggio di attraversare qualsiasi ambito artistico che possa mettere in comune le passioni di giovani di tutto il mondo: passando dal rap alla techno, dal cinema d’autore al cinema supereroistico della Marvel e, soprattutto, dallo streetwear all’alta moda. E’ proprio da quest’idea di concetto cross-culturale legato alla moda, che nacque il Virgil “stilista”.


Dal 2009, quando Virgil (in compagnia proprio di Kanye West) fece un internship per Fendi a Roma,per la

quale veniva pagato la miseria di 500 euro al mese: un’esperienza che si rivelò essere il punto di partenza di una carriera strana, atipica, geniale, unica, all’insegna del tutto e del niente. Tra il 2012 e il 2013 fonderà infatti Pyrex Vision e Off-white, marchi che in Italia diventeranno presto famosi ma che tristemente, concedetemi, saranno oggetto di una triste mercificazione e di un lungo processo di abuso portato avanti dalle contraffazioni e dallo snaturamento dell’identità del brand da parte di molti consumatori inconsapevoli, che cavalcano onde che non dovrebbero cavalcare. Ma la saggezza di Virgil lo portò addirittura a dire “Amo le contraffazioni, sono il miglior feedback che ci sia. E’ meglio di una bella recensione su Vogue. Se quello che fai funziona a tal punto che qualcun altro, oltre a te, può trarne profitto... allora funziona davvero”.

Virgil diede un grandissimo contributo anche al mondo della musica. Oltre alla professione di dj, che ha sempre umilmente svolto e rispettato, spinto dal suo purissimo amore per la musica e dalle atmosfere a lui care come quelle del mondo del clubbing (diceva sempre: “Djing is my only peace of mind!”), Virgil è stato anche il direttore creativo di “Watch The Throne” di Kanye e Jay-Z. Un lavoro che gli consentì di esprimere in seguito, sempre più frequentemente, la sua capacità e volontà di creare opere a tutto tondo, che non si fermavano solo alla musica. Importanti furono le sue collaborazioni con grandi artisti musicali come Big Sean, Asap Rocky, Lil Wayne o Lil Uzi Vert (che come lui, possono definirsi dei veri e propri “influencer” di questa generazione, oltre che musicisti).


Ritornando alla moda, il suo ultimo celebre e glorioso step professionale fu quello di accettare l’incarico di

direttore creativo di Louis Vuitton, un vero e proprio impero della moda, appartenente alla multinazionale di beni di lusso LVMH. Proprio il CEO di LVMH, Bernard Arnault, lo ricorda con queste parole: “Virgil non solo era un designer geniale, un visionario, ma era anche una bellissima persona, dalla grande saggezza.”

Proprio la sua saggezza, il suo punto di vista sulle cose esclusivamente e squisitamente controcorrente, la

sua innata creatività, la sua pulsante curiosità e la sua rara sensibilità lo hanno portato lontano.


Virgil è stato dj, architetto, stilista, imprenditore, designer, ingegnere. Ma quello che molti dovrebbero sapere, è che è stato uno degli uomini più influenti di questo 21esimo secolo, dove alberga un mondo interconnesso e intersecato che svela come oggi siano soprattutto le idee ad essere vendute, non il prodotto in sé. L’idea di prodotto di Virgil, che gentilmente ha voluto lasciarci in eredità in eterno, è un’idea che considera tutta la moda non come un concetto appartenente ad un mondo elitario ed obsoleto, bensì come una concezione tutta nuova dell’essere, dell’apparire, dell’esprimersi e del divenire. Un concetto che ne racchiude molteplici, inerenti alla velocità dei tempi in cui viviamo, alla continua evoluzione dell’uomo, al volere tutto e subito e agli interessi di noi giovani, ad esempio quelli della generazione dei social. A tal proposito Virgil disse: “Instagram è uno specifico momento nel tempo. E’ il veicolo attraverso cui noi, in quanto comunità globale, condividiamo immagini. Questo cambierà inevitabilmente, ma per il momento è il nostro canale principale per poter condividere in maniera globale.” Insomma, Virgil era una sorta di pensatore del mondo moderno, uno studioso della vita e delle sue evoluzioni.


E di questa generazione, di cui Virgil era un grande amante oltre che un prepotente ed amabile influente, egli disse: “Voi ragazzi avete tutte le risorse! Siete nati in un’epoca magnifica e diversa! Credo che questo sia un nuovo Rinascimento! Non lasciatevi intrappolare in questo “Tutto fa schifo, il mondo sta per finire”.

Questo è solo un meccanismo interno per farvi rimanere nella vostra zona di comfort. Quando non devi metterti in gioco, puoi alzarti ogni giorno e trovare delle scuse. Ma... è esattamente l’opposto.” Questo era Virgil Abloh: designer, imprenditore, architetto, dj, direttore artistico: una delle personalità più influenti della nostra epoca... e tanto altro.


di Davide Rossetti


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