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  • chiriattigiovanni6

Green Pass & altre contraddizioni




Da ormai quattro mesi il principale tema di dibattito della politica italiana è quello relativo al green pass, lo strumento utilizzato prima dal governo italiano e dal quale hanno attinto anche altri Paesi, seppur in forme differenti. Da lungo tempo ormai si assiste al dibattito tra favorevoli e contrari, che non sempre coincidono con i favorevoli e i contrari al vaccino. È stata montata una grande polemica, ma dal mio punto di vista sarebbe giusto mettere in evidenza alcune contraddizioni: il green pass serve sui treni ad altà velocità, ma non sui regionali (e chiunque potrebbe fare centinaia di chilometri in pullman o treni strapieni senza che ti venga chiesto), mentre per entrare in un museo deserto o con pochissime persone ti viene richiesto. Lo stesso certificato serve obbligatoriamente per accompagnare il proprio figlio a scuola, ma non serve nello stesso edificio per andare a votare, come si è visto durante le recenti elezioni comunali. E ancora, per gli avvocati è obbligatorio nel proprio studio, ma non in tribunale, e potrebbero essere rilevate tantissime altre contraddizioni: una su tutte la durata del green pass, che era stata allungata a 12 mesi, ma che adesso molto probabilmente sarà rivista. Dopo l’annuncio dell’obbligatorietà del certificato per poter andare a lavorare, sono scoppiate in tutta Italia una serie di manifestazioni, violente e non, che hanno visto nella città di Trieste il baluardo dei rappresentanti. Abbiamo tutti in mente le immagini legate all’assalto della CGIL, al quale hanno partecipato anche frange di estrema destra, ma è inappropriato dire che decine di migliaia di persone che continuano a radunarsi nelle piazze di tutta Italia appartengano tutte a Forza Nuova.


Sono lo specchio di un’Italia dove persone sia di destra che di sinistra manifestano da tempo, e che in alcuni casi si sono tramutati in atti violenti. La violenza va condannata sempre e comunque, sia chiaro.

Noi siamo a favore del vaccino, ma siamo anche per smascherare alcune ipocrisie che dilagano prorompenti, una tra queste è che il green pass sia una misura sanitaria e non politica.


L’Italia è il terzo paese europeo con il più alto numero di vaccinazioni, di cui una buona percentuale è legata all’introduzione del green pass, ma in Spagna e in Portogallo c’è un alto tasso di vaccinazione senza che ci sia questo strumento. Poi è indubbio che chi è vaccinato ha una possibilità assai minore di contagiarsi e contagiare, come riportano i dati dell’ISS, ma il green pass non è garanzia d’immunità, come ancora molti continuano a pensare. Se al posto del certificato verde fosse stata fatta una comunicazione mediatica migliore (a partire dal caos Astrazeneca), molte cose sarebbero andate enormemente meglio e si sarebbero forse risparmiate tante tensioni. Adesso in Austria si prospetta la clausura per i non vaccinati, e in tutta Europa con l’aumento dei contagi si stanno adottando nuove misure: in Italia c’è la forte tentazione di seguire il modello austriaco se la situazione dovesse peggiorare.

È il preludio di nuove tensioni?


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