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  • chiriattigiovanni6

Giovanni e le altre



Svolsi questa intervista nel bel mezzo della pandemia globale di Covid19. Mi fu richiesta da una rivista che purtroppo non vide mai la luce. Successivamente cercai di farla pubblicare da altre testate ma rifiutarono poiché la trovarono troppo spinta e piena di parolacce, invece io la trovo profondamente vera e il linguaggio è come deve essere: reale. Queste righe rappresentato uno spaccato della nostra società che non può passare inosservato.

A distanza di tempo ve la ripropongo qui, su Il Salmone.

Linda e Marta (nomi di fantasia utilizzati per proteggere la loro identità) sono due studentesse universitarie. Hanno però in comune il fatto di svolgere entrambe la “professione” (loro non la definiscono così ma di fatto ci guadagnano, come vedremo, ingenti forme di denaro) di escort.

L’intervista si è svolta in due momenti separati, visto che una delle due, avendo una relazione con un partner ignaro della situazione, ha dovuto interromperla più volte per l’arrivo del suddetto.


1) Ciao Linda e ciao Marta! Voglio ringraziarvi per esservi rese disponibili per questa intervista rispondendo al mio annuncio.

Vorrei sapere innanzitutto come vi definite: prostitute, escort, accompagnatrici o cosa?

L) Penso che “prostituta” sia un termine stigmatizzante per via del significato e della correlazione che gli è

stato affidato dalla società. Per me non è un vero e proprio lavoro, anche se per periodi della mia vita mi sono mantenuta facendo questo. Forse se fosse totalmente la mia occupazione potrei definirmi tale.

Mi reputo una “sex worker” per comodità, anche se realmente non ho mai pensato di darmi un’etichetta o

una connotazione.

M) Non saprei, nemmeno io mi sono mai definita. In realtà è perché non ci ho mai pensato. In alcuni

momenti ha rappresentato per me la mia fonte di reddito primaria, ma nemmeno questo mi ha spinta a

darmi un nome. Diciamo che se dovessi proprio definirmi, direi che sono “un’amica” (ride).


2) Se per voi questo non rappresenta un vero e proprio lavoro, cosa è allora?

L) Direi un’esperienza. Come ho già detto in precedenza, non l’ho mai vissuta come la mia occupazione

primaria, anche perché ho svolto altre occupazioni nel mentre. Però ammetto di essermi mantenuta per dei periodi facendo questo, quindi in realtà in parte un lavoro lo è stato. Però, piacendomi, l’ho sempre visto di più come un’esperienza, un qualcosa da vivermi, da fare.

M) Anche per me rappresenta un’esperienza, anche se pure io, come Linda, mi sono mantenuta facendo

questo per dei periodi, e in alcuni momenti mi sono dedicata solo a questo.


3) Se la definite un’esperienza, perché avete perseverato nel farla? Di norma un’esperienza si fa per prova, una volta; voi invece ammettete che perlomeno in alcuni periodi della vostra vita vi siete mantenute facendo ciò. Quindi vorrei sapere perché avete iniziato a fare tutto questo?

L) Sicuramente ciò che mi ha spinto di più a voler fare tutto questo, è stata la mia voglia di dar sfogo alle mie perversioni sessuali. Avevo la fantasia, tra le altre, di voler andare con uno sconosciuto molto più grande di me di età. Semplicemente ho unito l’utile al dilettevole (ride). Scopare è la cosa che mi piace più fare e se posso guadagnare nel mentre, meglio, no?

M) Prima di tutto questo vivevo la mia sessualità in maniera ristretta. Entrare in questo mondo mi ha

permesso di dare sfogo alle mie fantasie e di conseguenza mi sono sentita libera, in più guadagnavo molto denaro. Come Linda, volevo provare ad andare con un uomo molto più grande di me senza nemmeno conoscerlo.

Devo anche ammettere che tutto questo ha migliorato di molto la mia autostima. Il fatto che degli

sconosciuti, pur di volermi, siano disposti a pagare, mi ha fatto sentire automaticamente più bella e

desiderata. È stato terapeutico!


4) Tra l’avere fantasie e metterle in pratica c’è sicuramente uno spazio molto grande nel mezzo. Se dessimo sfogo tutti alle nostre fantasie sessuali ci sarebbe il caos! Però evidentemente in voi il desiderio era davvero molto forte. Quindi vorrei chiedervi: come vi siete mosse per poter incominciare?

M) Io sono stata la prima delle due ad iniziare. Mi limitavo a rispondere agli annunci degli uomini che trovavo sul web. In questo modo entravamo in contatto e organizzavamo il nostro incontro in maniera dettagliata. È stato più semplice a farsi che a dirsi.

L) Io mi sono semplicemente aggregata a ciò che faceva Marta (ride). Ho incominciato come lei a rispondere agli annunci trovati in rete. È così che a poco a poco ti formi la tua rete personale di clienti. Mi ha insegnato tutto lei (ride).


5) Immagino che la vostra prima volta sia stata in qualche modo forte dal punto di vista emotivo. Vorreste

raccontarmi come è andata? E ad oggi, come vi sentite quando avete un incontro con qualche cliente?

L) La prima volta avevo un’ansia pazzesca! Non avevo mai fatto nulla del genere e in più ero terrorizzata

dall’idea che ciò che stessi facendo potesse essere illegale. Ho pensato – Se mi succede qualcosa che faccio? -. Insomma, stavo per andare con uno sconosciuto. Avevo molta paura di ciò che potesse accadermi, ero preoccupata, anche perché ero andata io nella sua città.

Venne a prendermi alla stazione del treno. Rimasi colpita perché era una persona normalissima e oltretutto giovane, aveva sui trentacinque anni. Gli dissi che era la mia prima volta. Mi rassicurò e mi offrì da bere. Siccome si trattava della mia prima esperienza non me la sentivo di avere un rapporto completo, quindi ci eravamo messi d’accordo in precedenza per un pompino. Alla fine della prestazione mi disse che ero stata fantastica (ride). Mi lasciò i soldi sul comodino, una cosa che fa il novanta per cento dei clienti per evitare di darteli direttamente e farti sentire a disagio. Successivamente mi ha richiamata e mi ha pagata per dei rapporti sessuali completi.

Adesso quando vado con un cliente mi sento la padrona della situazione. Sento di avere il controllo e mi diverto molto. Mi sento il capo! (ride). Col tempo ho incominciato io stessa a mettere degli annunci.

M) La prima volta ebbi molta ansia! Allo stesso tempo però ero eccitata. Finalmente stavo facendo una cosa totalmente decisa da me. Andammo a pranzare insieme (fu una mia richiesta). La sera dello stesso giorno scopammo. Per me non fu né bello né brutto, anzi, forse mi aspettavo di più. Grazie a quella prima

esperienza riuscii ad acquistare il paio di scarpe che volevo (ride).

Ad oggi posso dire di essere tranquilla quando ho un incontro. Anche perché col tempo ho creato la mia

rete di clientela fissa. Per me oltre il guadagno, rappresenta anche una forma di evasione dalla routine.


6) Che tipologia di servizi offrite?

L) Sesso vaginale protetto. Mi piace riceverlo dietro ma non è un servizio che offro, a meno che non si tratti di un cliente fisso del quale mi fido, in quel caso posso fare un’eccezione. Non mi faccio leccare né mordere. Non permetto loro di leccarmela. Io ovviamente lo succhio. Per quanto riguarda l’eiaculazione, deve avvenire all’esterno della bocca. Se hanno delle richieste particolari, devono presentarmi le loro analisi del sangue. Comunque sono molto aperta a sperimentare. Mi sono ritrovata in sessioni di BDSM o soffocamento. Poi tutto è in base al cliente. In base a come è lui, a ciò che più gli piace. Io mi adeguo. Non ho molti freni in questo. Mi piace essere legata, frustata, sputata (solo dai clienti dei quali mi fido).

M) A differenza di Linda non faccio sesso anale. Per me è out (ride). Per il resto, vado sul classico. Poi, dipende dal cliente e da quale sia la richiesta. Mi adeguo. Più un cliente lo conosco, più sono disposta a fare cose diverse. A differenza di Linda, preferisco le cose classiche e tradizionali. Ma se mi sculacci, mi piace (ride).


7) Ma tutti i clienti che avete, vengono da voi per prestazioni sessuali, oppure c’è anche chi cerca un servizio particolare o della semplice compagnia? Perché ho sempre pensato al fatto che molti si affidassero a questa tipologia di servizi perché si sentono soli o sentono il bisogno di avere una compagnia femminile. Che mi dite in merito?

L) Ho avuto richieste di ogni tipo, non solo sessuali. Ho avuto clienti che mi hanno pagata semplicemente

per fare colazione insieme e parlare un po’. Uno in particolare, mi pagò per offrirmi la colazione ad un bar.

Successivamente ho scoperto che all’interno ci lavorava la sua ex e voleva farla ingelosire (ride). Una volta un ragazzo mi ha pagata per guardare un film insieme e fumare dell’erba. Alcuni ti pagano perché vogliono qualcuno con cui parlare, sfogarsi e anche piangere. Alcuni pagano per simulare una finta relazione. Mi è successo anche di essere pagata per prendermi insulti gratuiti mentre venivo scopata duramente. Quest’ultima è stata una cosa spiacevole.

Molti ci cercano perché vorrebbero dar vita a delle fantasie sessuali che con la propria moglie o partner non possono sperimentare, oppure si trovano in delle relazioni piatte. Penso che siano la maggior parte.

Ho avuto anche delle coppie come clienti. Volevano sperimentare cose nuove, come fare una cosa a tre. È stato pazzesco! (ride). Lui era un bell’uomo ma lei era pazzesca. La leccava da dio!

M) Sono stata pagata da un cliente per accompagnarlo ad una conferenza nella quale doveva presiedere.

Voleva solo una semplice compagnia, una donna che in un luogo del genere ci sapesse stare. Alla fine abbiamo scopato ma non era previsto, è stato un extra. Sono stata pagata più volte per fare dei semplici aperitivi e parlare nel mentre. È capitato di essere pagata solo per far compagnia, perché magari quel cliente si sentiva solo.

Tantissimi uomini vengono da me perché hanno relazioni noiose, piatte e manca loro l’intimità con la propria partner. Hanno bisogno di un brivido, di trasgredire, di dare sfogo ai propri istinti e molte fidanzate o mogli non sono disposte. Per tenersi stretto un uomo bisogna essere delle maiale (ride).


8)Da uomo, sono assolutamente d’accordo con voi. Ma pensate che intorno a questo argomento, ci sia

molta ipocrisia?

L) Tantissima! Tantissimi uomini e anche donne, cercano questa tipologia di servizi ma nessuno lo ammette perché viene vista come una cosa della quale vergognarsi. Molti clienti di fronte alle proprie mogli denigrano questo genere di cose e dicono che facciano schifo le ragazze come noi, però poi ci cercano. Tutti vogliono il massimo della discrezione e della privacy perché c’è una paura enorme del giudizio.

M) C’è tantissima ipocrisia. Molti uomini ci insultano ma verrebbero volentieri da noi, e molti in effetti ci vengono! È un mondo che si conosce poco e se lo si conosce, guai a dirlo! Molte donne cercano uomini ricchi per essere mantenute, magari fingono anche di provare dei sentimenti. Non sono in qualche modo, prostitute anche loro? Perché io sono una puttana e loro no? “Mi faccio mantenere da te e in cambio ti offro la mia presenza, il mio corpo”. Che differenza c’è? Almeno noi siamo sincere e mettiamo le cose in chiaro. La prostituzione non è solo quella in cui una donna viene pagata per una prestazione sessuale, ha tante sfaccettature.


9) Penso che i vostri punti di vista siano interessanti. Ho compreso che siete molto ricercate. Quanti clienti

riuscite a fare in un giorno?

L) In media, due o tre clienti in un giorno. Quando lavoravo in un night riuscivo anche a farne cinque o sei tutte le sere, solo che in quei luoghi è una tipologia diversa di incontro. Può anche terminare in un privè dove si balla per il cliente, oppure lo si convince a prendere da bere e a stappare bottiglie costose.

Ovviamente alcuni incontri culminano con un rapporto sessuale retribuito.

M) Due o tre clienti al giorno mediamente, di solito per una settimana e quella dopo mi fermo perché magari ho già raggiunto il budget che mi ero imposta. Poi dipende da quale somma voglio raggiungere o se ho voglia di vedere i clienti o meno. Ma in media, due o tre al giorno.


10) Vi è mai capitato di mettervi d’accordo con un cliente tramite la rete, per poi presentarvi e scoprire che

già lo conoscevate?

L) No, mai. Ho esercitato sempre in una città diversa dalla mia.

M) Non è mai successo nemmeno a me per fortuna. Anche io ho sempre esercitato in una città diversa dalla mia.


11) Quanto riuscite a guadagnare?

L) Se per una settimana riesci ad avere due o tre clienti al giorno, puoi arrivare sui 1500, 2000 euro a settimana. Dipende anche dal cliente. Alcuni arrivano a pagarti 1000 euro a prestazione, ma in media l’amplesso va dai 300 ai 500 euro. C’è da dire che, più una richiesta è strana e particolare, più aumenta il prezzo.

M) Sui 2000 euro a settimana con due o tre clienti al giorno. Posso dirti che ho completamente rifatto il mio armadio (ride), ho fatti viaggi, ho speso per qualsiasi cosa e mi sono tolta molti sfizi.


12) Avendo a che fare con così tanti uomini, immagino che abbiate avuto esperienze sgradevoli. Quale pensate che sia stata la peggiore?

L) Una volta ho avuto un cliente col quale ci eravamo accordati che saremmo andati in hotel. Quando ci siamo incontrati ha detto di non avere i soldi per prendere una stanza e siamo rimasti in auto. Ad un certo punto l’ha messa in moto e siamo andati in un luogo disperso tra le campagne. Insisteva per farlo ma io non volevo, non ero a mio agio e sentivo che mi stesse prendendo in giro. Per tenerlo calmo gliel’ho succhiato e mi ha pagata. Prima del nostro incontro avevamo messaggiato e sembrava un uomo molto tranquillo; dal vivo era una persona orribile, viscida come pochi, insistente e inoltre aveva l’attitudine ad insultare in maniera pesante. Vedeva e trattava le donne come esseri inferiori.

Inoltre, al night dove lavoravo, mi è capitato di avere uno stalker. Mi perseguitava ovunque e mi terrorizzava! Mi seguiva ovunque io andassi. È stato inquietante e spaventoso!

M) Un cliente mi portò a casa sua – non vado mai a casa dei clienti, preferisco andare in un hotel, mi sento più sicura – comunque quella volta accadde purtroppo. Abbiamo scopato ma poi non ha voluto pagarmi. Mi ha trattata malissimo e mi sono davvero sentita in pericolo, ho avuto paura. Successivamente, mi ha ricercata e ci siamo rivisti perché volevo i miei soldi. Ha iniziato a minacciarmi e ricevevo continuamente messaggi e chiamate minatorie.


13) Immagino che siano state esperienze molto brutte e che abbiate avuto molta paura. Adesso però cambiamo tono. Vorrei sapere invece quale è stata la vostra esperienza migliore?

L) La mia esperienza migliore è stata con quel cliente di cui ho accennato in una domanda precedente, che mi ha pagata per guardare un film insieme e fumare dell’erba. Era giovane e bono! (ride). In più venne a prendermi con un’auto sportiva. Viveva in una villa molto lussuosa. Abbiamo fumato insieme e poi non ho resistito e gli sono saltata addosso e lo abbiamo fatto. È stato bellissimo. Mi ha anche pagata molto per

quella prestazione che non era prevista, io lo avrei fatto anche gratis (ride).

M) La mia esperienza migliore è stata con un cliente molto facoltoso che mi ha portata con lui in un viaggio di lavoro in giro per l’Europa. Hotel di lusso, convegni con gente famosa e ricca. È stato incredibile!


14) Avete mai frequentato o vi siete mai innamorate di un vostro cliente?

L) A me non è mai successo.

M) Si, ho avuto una relazione molto intensa con uno dei miei clienti, è anche durata un bel po’. Lui era sposato e aveva dei figli. Ci vedevamo praticamente sempre e nonostante avesse una moglie è come se avessimo una relazione ufficiale. Si tratta dello stesso cliente che mi ha portata con lui in giro per l’Europa.


15) Quanto la droga fa parte di questo mondo?

L) Nei locali nei quali mi sono trovata a lavorare la cocaina è diffusa sia tra le ragazze che ci lavorano che tra i clienti. È presente e saltuariamente ne faccio uso anche io. Un cliente addirittura ti dava cinquanta euro per ogni botta che tiravi su col naso. Alcuni clienti non ne fanno uso ma si eccitano nel vedere una ragazza che pippa. So che è bizzarro, ma succede anche questo.

Tra i clienti che ho avuto al di fuori dei locali, no. È successo solo una volta con un cliente che amava organizzare delle serate a base di alcool e droga.

M) Io non ho mai lavorato nei locali e con i miei clienti non è mai successo nulla del genere. Nelle situazioni nelle quali mi sono ritrovata io, non c’era droga. Mi è successo di vederla durante le serate che organizzava quel cliente che ho avuto in comune con Linda e che lei ha menzionato, ma per il resto no.


16) L’arrivo improvviso del Covid19 ha scombussolato l’intero pianeta. Ha stravolto le vite di ognuno di noi,

attaccando oltretutto anche l’economia del nostro paese e quella globale. Cosa è cambiato per voi?

M) Per me non è cambiato nulla. Mi ero fermata già prima dell’avvento della pandemia perché ho una relazione sentimentale. Lui non è a conoscenza di ciò che facevo. Adesso svolgo un altro lavoro, però mentre stavo con lui, in alcuni momenti ho continuato a vedere dei clienti a sua insaputa. Con l’intensificarsi del nostro rapporto ho deciso di prendermi una pausa, di fermarmi. Quindi per me è cambiato relativamente poco. Sto bene con questa persona; non so se sia l’uomo della mia vita però per ora va bene così. Conviviamo e abbiamo la nostra intimità.

L) Io mi sono fermata e ho deciso di non continuare per ora con il sex working, nemmeno online. Sto dando priorità ad altre cose come lo studio. Voglio laurearmi! So che ha avuto un impatto su questo business e ciò che ne concerne: i locali sono chiusi e si è avuto il boom delle piattaforme online, ma queste non possono sostituire il guadagno degli incontri reali. Richiedono una continua presenza, bisogna mettere sempre materiale nuovo, giornalmente. È complicato starci dietro! ( Nota: poco tempo dopo l’intervista, Linda si è iscritta ad Onlyfans).


17) Smetterete mai del tutto?

L) Non so cosa dire in merito. Probabilmente smetterei del tutto nel momento in cui trovassi l’amore, ma bisognerebbe anche vedere che tipo di relazione avrei, perché potrebbe essere che riesca a trovare una persona che non avrebbe problemi se esercitassi questo tipo di professione. Non so darti una risposta

concreta a questa domanda.

M) Da quando ho una storia con questo ragazzo la cosa è andata scemando. Ora so che voglio solo lui e il resto non mi interessa, però in futuro non lo so. Potrebbe essere che lascio del tutto o che continui. Non

saprei.


18) Che impatto ha avuto su di voi, sulla vostra sfera sentimentale e familiare, entrare nel mondo del sex

working?

L) Credo che facendo questo ti venga una sorta di dipendenza. Guadagni un mucchio di soldi, ti togli tutti gli sfizi e puoi comprare qualsiasi cosa tu voglia.

Per quando riguarda la sfera sentimentale e familiare, ho avuto dei problemi. I miei genitori sono venuti a conoscenza di ciò che stavo facendo perché qualcuno è andato a dirglielo. Una persona a me vicina fece la spia con i miei familiari. Mi vide che facevo un pompino ad un cliente e lo vide anche mentre mi pagava per il servizio. Fu terribile per me!

M) Avere così tanti soldi fa piacere. Il guadagno facile piace a tutti. Fare questo non ha avuto nessun impatto sulla mia sfera sentimentale e familiare, perché nessuno sa quello che faccio ed io lo tengo per me.


19) Possiamo dire che col vostro corpo ci lavorate. Come è cambiata col tempo, la vostra idea sul sesso?

L) Il sesso è migliorato; le mie prestazioni sono migliorate. Mi sento totalmente libera di esprimere le mie

perversioni e le mie fantasie. Se ho una relazione, questa non ne risente perché non è stata intaccata la sessualità nell’intimità di coppia. Mi piace scopare ed essere scopata.

M) Mi sono liberata da tutti gli schemi mentali inutili e da tutti i retaggi familiari che avevo e ho acquisito moltissima sicurezza personale. Nemmeno per me il sesso nella sfera di coppia è stato intaccato.


20) L’Italia è un paese che va letteralmente a puttane, peccato che nessuno abbia il coraggio di ammetterlo e navighiamo in un oceano di ipocrisia. Inoltre ho capito che questo genere di lavoro è abbastanza diffuso, quindi vi chiedo: siete a favore della legalizzazione della prostituzione?

L) Certo che sì! Però non sono per l’apertura dei bordelli perché quei posti, secondo me, non limitano lo sfruttamento e saremmo punto e a capo. Semplicemente ogni donna dovrebbe essere libera di esercitare; dovrebbe aprirsi la propria partita IVA e dovrebbe versare i contributi e pagare le tasse.

M) Sì, ovviamente sono a favore! Promuoverei questo genere di attività!


21) Comunque vorrei ritornare sulle domande personali perché vorrei soddisfare la mia sete di curiosità e quella dei lettori. Immagino che nell’arco del tempo abbiate sicuramente ricevuto ogni tipologia di richiesta.

Quale è stata la più strana e assurda?

L) Te ne posso dire più di una (ride). Alcune le ho accettate, altre no. Per esempio, ho accettato di essere penetrata mentre venivo tenuta con la testa in un lavandino pieno d’acqua, come nei film in cui si vorrebbe affogare quello che ha fatto l’infame (ride). È stato bello! C’è stato un cliente che ha voluto leccarmi gli anfibi sporchi di fango. Lo ha fatto ma non ho retto e sono scappata via scalza (ride). La cosa ha urtato la mia sensibilità, stavo per vomitare. Un altro ancora voleva che gli leccassi tutto il corpo, completamente. Ho rifiutato!

M) La proposta più assurda l’ho ricevuta da un cliente che voleva masturbarmi utilizzando i suoi piedi. Ho

rifiutato, ovviamente. Voleva infilarmeli nella vagina. Roba da matti...


22) Ok, siete riuscite quasi a scandalizzarmi. Comunque siamo giunti alla conclusione ma prima vorrei farvi un’ultima domanda. Ci tengo particolarmente a sentire ciò che pensate in merito. Viviamo in una società prettamente estetica che detta, o cerca di dettare, i canoni di bellezza che ogni donna dovrebbe rispettare. Questo credo che sia nocivo poiché molte ragazze e non, soffrono e fanno di tutto per arrivare a questi standard fittizi, perché penso che la bellezza sia veramente soggettiva. Nonostante ciò però, questi standard imposti continuano a farla da padrone. Ma in questo mondo, questi standard, sono realmente ricercati dai clienti, oppure i gusti reali delle persone sono lontani da questi cliché?

L) I gusti reali sono nettamente lontani dai cliché imposti dalla società. Trovandomi nei locali ho lavorato al

fianco di ogni tipologia di donna: da quella alta a quella bassa, da quella magra a quella robusta e tutte hanno i loro clienti e vanno forte. Tutte sono desiderate e hanno il loro giro. Questi schemi imposti non rispecchiano la realtà perché questa è ben diversa. Molti clienti richiedono specificatamente la ragazza bassa o la ragazza molto in carne. Questa è la realtà. Non quella della TV o dei social.

M) Io ho sofferto per la mia forma fisica essendo una ragazza in carne. Entrando in questo mondo ho capito che erano paranoie che mi creavo io, perché la realtà è ben diversa. Ho scoperto di piacere a tantissimi uomini e ho capito che veramente la bellezza è una cosa soggettiva. I cliché non rispecchiano la realtà dei fatti ed io ne sono la prova.


Per fortuna ho fatto in tempo a ricevere una risposta da Marta poiché nel momento in cui ha concluso il suo intervento ha dovuto chiudere la videochiamata a causa dell’arrivo del suo fidanzato ignaro.


Parlare con loro mi ha fatto molto pensare. Nonostante siano molto amiche nella vita e abbiano incominciato questo percorso insieme, Linda e Marta sono due ragazze completamente diverse tra loro sotto tutti i punti di vista. Credo che facciano o che abbiano fatto tutto questo per motivazioni diverse ma che queste abbiano un fondo comune: la ribellione. La voglia di evadere dalla noia della realtà provinciale e dei doveri di studio, il bisogno di rompere le sbarre familiari con le relative imposizioni e oppressioni. Il tutto unito dal piacere del guadagno facile. L’attitudine di arrivare alla soddisfazione del sé, non lavorando su se stesse in maniera strettamente personale facendo i conti con la propria emotività, ma cercando l’apprezzamento all’esterno attraverso i complimenti dei clienti libidinosi che smollano somme ingenti di denaro come ringraziamento di aver preso “in affitto” il loro corpo e che loro scambiano per veri e sentiti apprezzamenti. Ammetto di averle trovate adorabili, simpatiche e spontanee. Ho riso tantissimo quando Linda mi ha raccontato di aver perso il plug nel suo retto dopo aver passato la notte con un cliente appassionato di BDSM o quando Marta mi ha parlato dell’amore che prova verso il suo attuale compagno e il suo desiderio di avere una vita “normale”. Le ho trovate profondamente lucide e sincere quando si è trattato di parlare dell’ipocrisia e della società. Ma ho provato anche tanto disagio e al termine dell’intervista ho sentito una sensazione di pesantezza e fastidio sul mio stomaco. Quest’esistenza parallela che sembra entusiasmante al principio ma che poi a poco a poco ti risucchia in un’aspirale di dipendenza dal denaro e da una vita di eccessi: clienti facoltosi spesso sposati, pazzi maniaci, feste, cocaina e perdizione.

L’incoscienza di andare con uno sconosciuto che per quanto ne sai, potrebbe farti del male o addirittura ucciderti. Il dover fare i conti con il dolore, quando la tua famiglia scopre ciò che fai e si vergogna di te mettendoti addosso l’etichetta: puttana.


Ma che si possa essere d’accordo o no con quello che fanno queste ragazze, è un qualcosa che ci compete? E se in fin dei conti fossero felici così? E se a loro andasse realmente bene? È un problema? È un nostro problema? Direi di no. Quindi forse un briciolo di ribellione reale c’è, oppure no?

Non ci deve fregare nulla di quello che la gente fa, ovviamente fino a quando non fa del male al prossimo.

Per il resto non ci deve importare, noi non siamo nessuno per dire cosa sia giusto e sbagliato, ma permettetemi di dire che dietro a tutto questo, dietro al divertimento del sesso, dietro al denaro e a tutto il

resto, io ci ho visto sofferenza, disagio. Non trovo nulla di sbagliato nella prostituzione, nel sex working o in qualsiasi altro modo vogliate chiamarlo. Anzi, socialmente penso che sia una cosa utile (se regolarizzata e messa in sicurezza). Ma non venite a parlarmi di emancipazione. Non venite a parlarmi di ribellione. Non rompetemi il cazzo con teorie pseudo femministe sull’emancipazione e la completa libertà di voler fare ciò che si vuole col proprio corpo. È vero, ognuno di noi è libero di fare ciò che vuole col suo corpo ed è libero di fare ciò che vuole nella vita; ma l’emancipazione è un’altra cosa. Non mascheriamo il guadagno facile dietro agli ideali. Non mascheriamo la strumentalizzazione (seppur libera) del proprio corpo con progressismo. Perché se guadagni dando il tuo corpo, non lo stai emancipando: lo stai utilizzando come uno strumento e va bene così. Se vuoi farlo, fallo. È giusto e non c’è nulla di male, ma non rompermi i coglioni.


Il direttore: Giovanni Chiriatti


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